Facebook e Cambridge Analytica, ormai ovunque è l’argomento più dibattuto, e non potrebbe essere da meno vista la portata della notizia. Cominciamo da un presupposto, i Big Data ed il loro utilizzo in politica sono diffusi già da tempo e noi ne abbiamo parlato in tempi non sospetti, sia dopo l’elezione di Donald Trump che qualche settimana fa, dopo le politiche in Italia.
Oggi vediamo sempre più persone scagliarsi con forza contro Facebook, magari proprio con lunghi post su Facebook, e ingrossare le fila di coloro che invitano ad abbandonare il social network fondato da Mark Zuckerberg prendendo parte alla rivolta digitale con l’hashtag #deletefacebook. Ma c’è anche chi preferisce ignorare le polemiche e cerca di analizzare quello che è realmente successo.
Noi abbiamo deciso di schierarci tra questi ultimi. Considerando che una piattaforma come Facebook genera miliardi e miliardi di dollari e Zuckerberg è uno degli uomini più ricchi del mondo, ma quando ci iscriviamo a Facebook per noi utenti è tutto gratuito, vi siete mai chiesti da dove arrivano quei soldi?
Pensiamo alle Facebook Ads, quel mondo che quotidianamente vede la nostra azienda tra i protagonisti del mercato, insieme ad altre milioni di aziende in tutto il mondo che, tramite agenzia, con l’ufficio interno o con il “fai da te” interno o del famoso cugino, ne fa largo uso. Quando fate una sponsorizzata, magari con una forte profilazione, e ottenete risposte più o meno soddisfacenti da parte del pubblico, secondo voi quelle risposte arrivano perché siete belli? Oppure tramite la conoscenza della vostra pagina, del vostro settore e della profilazione impostata? Facebook, proprio attraverso quei dati utilizzati anche da Cambridge Analytica, riesce a “invogliare” le persone a interagire con voi.
«Vabbè ma che sarà mai rispetto al fatto che viene influenzato un voto»? Ah sì? Davvero? Quindi nel ’94 Berlusconi e la Lega non utilizzarono media e propaganda di strada per parlare in modo diretto alla vostra pancia e influenzare quel voto? Quindi, una ventina di giorni fa, il 33% degli elettori che si sono recati alle urne non ha votato contro il sistema politico perché un movimento ha parlato alla pancia degli elettori orientandone la scelta, nonostante (uno a caso) il presidente del Potenza Calcio fosse stato indagato ed espulso da quello stesso Movimento? Non siete stati “influenzati” nel voto per quel simbolo? E dov’è che il Movimento fa la sua propaganda? Esatto, proprio lì, in quelle migliaia di gruppi e pagine Facebook dove la Casaleggio Associati fa… RACCOLTA DATI della vostra “pancia”.
Lasciamo da parte la politica e andiamo oltre. Analizziamo il #deletefacebook e, onestamente, in quel momento ci viene da sorridere. Facebook? E Amazon? E Google? E Instagram? E WhatsApp? E Apple? E INTERNET?
Cosa c’entrano in tutto questo? Ve lo spieghiamo in modo molto semplice: Google ha annunciato che combatterà le recensioni false; verranno cancellate senza appello, e ciò influirà negativamente anche sulle aziende che hanno utilizzato questo espediente nella loro indicizzazione. Come fa? Semplice, geolocalizzando l’account Gmail che ha rilasciato quella recensione. In fondo ogni account Gmail è legato a un cellulare e di conseguenza “si muove”. «Ah, ma io non ho un account Gmail». Ah sì? E come fai a scaricare le App dal Play Store? Hai Apple? E Apple non ti ha chiesto di creare un ID? E quell’ID non ti permette di scaricare dall’Apple Store? Apple non geolocalizza il tuo Smartphone e, tramite App e quant’altro fai sul tuo IPhone, conosce tutto di te?
Non è Facebook il problema, il problema è che noi abbiamo accettato di vivere nella libertà di Internet e Internet ci regala libertà in cambio di… NOI!